FEAMP - FONDO EUROPEO PER GLI AFFARI MARITTIMI E LA PESCA

Misura 2.47 - Innovazione

  Messa a punto di un sistema innovativo e sostenibile per l'allevamento delle ostriche - Resp. Scientifico prof.ssa Angela Trocino

Il progetto ha lo scopo di mettere a punto e fornire conoscenze su un sistema innovativo di allevamento delle ostriche concave (Crassostreagigas) per lo sviluppo di un nuovo prodotto nella Sacca degli Scardovari.

L’allevamento dell’ostrica è stato sperimentato in Italia fin dall’epoca dei romani. Proprio dall’Italia le conoscenze e i sistemi di produzione sono stati esportati in Francia alla fine del XIX secolo, dove l’ostricoltura si è affermata e ha dato origine alla moderna produzione francese. A partire dal dopoguerra, sono stati effettuati diversi tentativi di reintroduzione della produzione di ostriche in Italia. Tuttavia, la produzione italiana oggi è marginale e sono pochi i dati rilevati scientificamente e in maniera sistematica che possano supportare un eventuale sviluppo della ostricoltura in ambienti diversi. 

Nel sud della Francia, in laguna di Thau, è stato messo a punto un sistema di allevamento delle ostriche basato su moduli di pertiche con corde su cui le ostriche vengono fissate con speciali collanti e sottoposte ad emersione ed immersione periodica durante la fase di accrescimento. Questo sistema è stato importato in Italia, in Sacca degli Scardovari, dalla Società Agricola La Perla (associata al Consorzio delle Cooperative Pescatori del Polesine).  

Le condizioni climatiche, la qualità dell’acqua e la disponibilità di alimento nei due ambienti (laguna di Thau e Sacca degli Scardovari) sono diverse, per cui la tecnica di allevamento deve essere adeguatamente perfezionata e devono essere verificate prestazioni produttive, sopravvivenza, e qualità del prodotto nelle condizioni venete e italiane. Queste conoscenze sono necessarie per migliorare la competitività dell’impresa esistente (La Perla del Delta) e realizzare le condizioni per lo sviluppo dell’ostricoltura in Sacca di Scardovari prima, e in Veneto poi. 

Con l’obiettivo generale di promuovere l’innovazione nel settore dell’acquacoltura per migliorare la competitività delle aziende acquicole, il presente progetto descritto ha lo scopo di mettere a punto e fornire conoscenze su un sistema innovativo di allevamento delle ostriche per lo sviluppo di un nuovo prodotto in Sacca di Scardovari, con un metodo che utilizza risorse eoliche e solari, garantendo eco-sostenibilità e assicurando ai consumatori produzioni a km 0. Considerate queste caratteristiche e l’elevato prezzo di vendita delle ostriche, questa produzione assicurerebbe al produttore margini di profitto superiori rispetto alla tradizionale molluschicoltura, oltre che consentire una diversificazione delle produzioni nell’ambito delle aziende di molluschicoltura. 

L’obiettivo specifico dell’attività prevista nel progetto è quello di valutare lo sviluppo morfologico, la sopravvivenza e la qualità di ostriche concave allevate in Sacca di Scardovari, confrontando tempi diversi di emersione e immersione delle ostriche durante il ciclo di allevamento e controllando periodicamente le caratteristiche di qualità dell’acqua. Allo scopo sono stati confrontati tre sistemi di emersione: standard aziendale variabile in funzione della situazione climatica/atmosferica vs. fisso lungo-14 ore di emersione vs. fisso breve – 7 ore di emersione. 

 

Misura 1.40 - Protezione e ripristino della biodiversità, degli ecosistemi marini e dei regimi di compensazione nell’ambito di attività di pesca sostenibili

Misura 1.40 – Innovazione connessa alla conservazione delle risorse biologiche marine

  Implementazione del monitoraggio dei vertebrati nell'Adriatico settentrionale INVASION - Resp. scientifico prof. Sandro Mazzariol

Il mare Adriatico ospita cetacei e tartarughe marine protetti dalla Direttiva 92/43/CEE nota come “Habitat”, in particolare il tursiope (Tursiops truncatus) e la tartaruga marina comune (Caretta caretta). In particolare, l’area settentrionale è stata indicata tra le aree in cui potenzialmente istituire un Sito di Interesse Comunitario (SIC), ai sensi della Direttiva “Habitat”. L’istituzione di tale SIC comporterebbe una notevole conflittualità con le attività di pesca, nonché con le altre attività antropiche che possono causare danni alle specie oggetto di tali provvedimenti. Al fine di gestire in maniera opportuna l’eventuale istituzione sono necessarie misure conoscitive, di gestione e di mitigazione da realizzare sia in mare sia a terra mediante un sistematico monitoraggio in mare, rilevando la distribuzione di queste specie, il loro comportamento e l’interazione con le attività antropiche, e a terra, raccogliendo ed analizzando le carcasse spiaggiate al fine di conoscere le cause di spiaggiamento e morte.

Il presente progetto intende quindi aumentare la base dati relativi alla presenza delle specie Tursiops truncatus e Caretta caretta ricercando un coinvolgimento attivo delle categorie dei pescatori e degli altri stakeholders istituzionalmente coinvolti al fine di proporre misure condivise di gestione e di mitigazione del possibile impatto della pesca e di altri usi del mare e della costa su queste specie. In particolare sono previste attività di monitoraggio in mare attraverso sistemi comunemente usati (valutazione orizzontale), innovativi (droni) e che prevedono il coinvolgimento attivo dei pescatori (citizen based science). Inoltre, il progetto vuole rafforzare le strutture atte all’accoglimento di tali animali permettendo ai pescatori un conferimento diretto e attivo senza interferire con le attività economiche. Infine, intende impostare un iniziale lavoro di pianificazione spaziale che tenga conto di tali dati e fornisca informazioni sulle eventuali pressioni antropiche che intervengono su queste specie.